di fra Felice Autieri OFMConv - Il Presepe di Greccio nella Basilica superiore - Il dipinto murale ad affresco del “Presepe di Greccio” è il tredicesimo dei ventotto del ciclo conosciuto come le Storie di San Francesco d’Assisi eseguito tra il 1290 e il 1295. È attribuito a Giotto e alla sua scuola, si trova nella parete settentrionale della navata della basilica superiore.

L'episodio si riferisce all’avvenimento narrato nella Legenda maggiore cap. X, FF 1187. Durante la notte di Natale del 1223 a Greccio (Rieti) S. Francesco rievocò la natività di Gesù, organizzando una sacra rappresentazione dell'evento. Secondo le agiografie durante la messa a cui il santo prendeva parte da diacono, prese in braccio un bambino ponendolo nella mangiatoia riconoscendolo come Gesù Bambino.

La scena è uno straordinario documento dell'epoca, Giotto l’ambienta nel presbiterio di una chiesa identificata dagli studiosi con la basilica inferiore. Infatti sullo sfondo si riconoscono alcuni elementi essenziali quali l’iconostasi che divideva la navata dal presbiterio eliminata dopo la riforma di liturgica successiva al Concilio di Trento (1545-1563), il perduto Gesù crocifisso di Giunta Pisano visto da dietro con tutti i rinforzi e raffigurato obliquo mentre pende verso la navata, il pulpito, il ciborio che ricorda quelli di Arnolfo di Cambio, il leggio coronato di candele su cui è posto il messale visibile nello spessore delle pagine aperte, i paramenti sacri preziosamente ricamati, la tovaglia dell’altare decorata con disegno geometrico e la culla-mangiatoia intagliata con un rilievo tardo antico.

Per quanto riguarda i soggetti nel dipinto, al centro abbiamo S. Francesco che sorregge tra le mani Gesù bambino mentre lo depone nella mangiatoia. A destra c’è una folla di persone che assiste alla scena, a sinistra i frati sono in piedi sugli stalli del coro e cantano guardando al leggio, infine in secondo piano alcune donne che non potendo entrare osservano la scena dalla porta. Il dipinto è descritto da un'iscrizione latina posta sotto la scena:

Come il beato Francesco, in memoria del Natale di Cristo, ordinò che si apprestasse il presepe, che si portasse il fieno, che si conducessero il bue e l'asino; e predicò sulla natività del Re povero; e, mentre il santo uomo teneva la sua orazione, un cavaliere scorse il Gesù Bambino in luogo di quello che il santo aveva portato.


Da questo episodio si è diffuso l’equivoco che vede nell’evento di Greccio il primo presepe della storia e Francesco l’inventore della tradizione. In realtà per quanto riguarda la prima raffigurazione della Vergine con Gesù Bambino, è quella delle catacombe di S. Priscilla a Roma di artista ignoto del III secolo. Seguono quelle della tradizione bizantina con la grotta, Maria distesa sul giaciglio, il figlio nella mangiatoia, infine S. Giuseppe raffigurato all'esterno in disparte.

Invece potremmo attribuire a S. Francesco l’aver dato origine involontariamente alla tradizione dell’allestimento del presepe in occasione delle festività natalizie. In questo senso il presepe ha origine italiane per poi diffondersi in tutto il mondo cattolico, anche a seguito della predicazione francescana. Pertanto il filone che vede nel santo di Assisi il fondatore del presepe è un travisamento moderno, infatti non ne abbiamo traccia nel Medioevo. Per avere un’affermazione esplicita in tal senso occorre aspettare il 1581 ad opera del francescano osservante spagnolo Juan Francisco Nuño. Il religioso abitava al convento dell’Aracoeli a Roma, raccontando la tradizione consolidata di allestire presepi in monasteri e luoghi di culto della città eterna pubblicizzava quello della chiesa dell’Aracoeli come uno tra i primi attribuendo al santo di Assisi la primogenitura del presepe.