Il motto di san Benedetto "ora et labora" immette nel circuito del sistema economico europeo ‘due’ azioni distinte, preghiera e lavoro, che avvengono nella stabilitas loci, cioè all’interno del monastero; san Francesco otto secoli più tardi, andando in mezzo alla gente, segna una specie di rivoluzione: pellegrino per il mondo, prega lavorando e lavora pregando.

Di qui l’espressione “grazia del lavoro” (Regola bollata, cap. V) perché serve a umanizzare e perfezionare se stessi, il lavoro che si compie e gli altri; apre alla collaborazione, alla relazione e alla fraternità. La concezione del lavoro come grazia, e non più come coercizione, fatica e castigo, significa riconoscerlo come partecipazione all’atto creativo di Dio.

Il lavoro va fatto con “fedeltà e devozione”, ed è preghiera: canto dell’operosità di ciascuno con quello di tutte le creature dell’universo è lode al Creatore nella sua magnificenza e misericordia.

(dal quinto pannello della mostra "Economia fraterna")