Proponiamo un passaggio dell'omelia di S.E. card. Gualtiero Bassetti nella s. Messa solenne della Domenica di Risurrezione nella chiesa superiore della Basilica.
"Si è testimoni della persona di Gesù, prima e dopo la sua morte, perché lo abbiamo incontrato. Non si è testimoni di una teoria, ma di una persona.
Quali sono le conseguenze della resurrezione? Il brano della lettera di Paolo ai Colossesi introduce un’ampia sezione nella quale l’Apostolo intende mostrare come la vita del credente è segnata da quel che egli stesso è diventato, non in forza delle proprie azioni, ma della resurrezione di Cristo. La morale paolina si può sintetizzare come un “vivi quel che sei diventato”; la vita morale è così una risposta che nasce dalla fede nel dono di Dio ricevuto nel Battesimo. Paolo sottolinea come il credente sia unito alla morte di Cristo in un modo assolutamente reale. Per questo motivo “pensare alle cose di lassù”, vivere da risorti, non significa disprezzare le realtà di questo mondo, ma guardare la propria vita con uno sguardo nuovo, non più con l’ottica del mondo, ma con quella di Dio: uno sguardo di speranza.
Scrive san Bonaventura nella Leggenda maggiore (Fonti Francescane n° 1129): «Una volta, nel giorno santo di Pasqua, siccome si trovava Francesco in un romitorio molto lontano dall'abitato e non c'era possibilità di andare a mendicare, memore di Colui che in quello stesso giorno apparve ai discepoli in cammino verso Emmaus, in figura di pellegrino, chiese l'elemosina, come pellegrino e povero, ai suoi stessi frati. Come l'ebbe ricevuta, li ammaestrò con santi discorsi a celebrare continuamente la Pasqua del Signore, cioè il passaggio da questo mondo al Padre, passando per il deserto del mondo in povertà di spirito, e come pellegrini e forestieri e come veri Ebrei». Pasqua è per Francesco passare da questo mondo al Padre, passare dal mondo stesso come “veri Ebrei” (immagine splendida!), cioè come pellegrini e ospiti".
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