Un abile ed appassionante comunicatore - Francesco d'Assisi è stato per gli uomini del suo tempo un sapiente comunicatore. Nelle sue due "Vite", Tommaso da Celano racconta anche lo stile di predicazione di Francesco.
Nella "Vita prima" (XXVII, 72 : FF 447) narra che quando Francesco predicava, anche davanti a migliaia di persone, appariva sempre tranquillo e sicuro come se parlasse con un vecchio amico, e "con la stessa diligenza che usava per le folle predicava ad una sola persona". Anche senza prepararsi, la sua sicurezza era dovuta al fatto che, dice il Celano, attingeva il discorso dal suo cuore, nel quale era sempre rivolto al Signore. Dal dialogo con lui coglieva le "cose mirabili e mai udite prima" che affascinavano i suoi ascoltatori.
Nella "Vita seconda" poi (LXXIII, 107 : FF 694) il Celano riporta che Francesco sapeva anche modulare lo stile del proprio discorso in base agli interlocutori che aveva di fronte: "usava espressioni semplici e materiali" con la gente più semplice, mentre con le persone più colte "cavava dal cuore parole profonde che davano vita". Anche con loro, però, non usava mai "il congegno delle distinzioni", vale a dire le sottigliezze e le argomentazioni filosofiche che caratterizzavano la predicazione dell'epoca. Alla sua parola dava "voce di potenza Cristo, vera potenza e sapienza", come dice il Celano.
Tommaso racconta anche che Francesco si spiegava in ogni caso "con poco", rafforzando le parole con movimenti e gesti tanto entusiasmanti che bastavano a catturare l'ascolto di chiunque. Il testo della "Vita seconda" riporta per questo anche la testimonianza di un medico, "persona colta ed eloquente", che fa una significativa confidenza: confessa infatti che dei discorsi di Francesco, contrariamente a quelli degli altri predicatori, egli non ricordava mai con precisione i dettagli, ma solo l'entusiasmo contagioso che gli faceva gustare la dolcezza dello spirito.