La rinuncia ai beni nelle Storie di Francesco - Il vero significato dell'affresco di scuola giottesca della rinuncia ai beni da parte di Francesco, è racchiuso nei suoi stessi particolari pittorici. L'opera appare nella chiesa della Basilica superiore di Assisi, nel registro inferiore della navata centrale dedicato alle Storie di Francesco (lato nord, seconda campata ovest).
La scena storicamente raffigura un giudizio in tribunale secondo le procedure dell'antico Comune medievale ed è divisa verticalmente in due quadri:
a sinistra un palazzo cittadino sovrasta il querelante, Bernardone, attorniato da un gruppo di autorità civili e la gente di Assisi, tra cui dei bambini;
a destra il palazzo episcopale si erge sull'accusato, Francesco, affiancato dal vescovo e da un gruppo di prelati.
Una linea diagonale unisce idealmente i due quadri, tracciata in senso biunivoco
dal particolare in alto a sinistra della mano del Padre celeste, che benedice Francesco e la sua scelta di vita,
fino alle mani di Francesco, in basso a destra, che si rivolgono a Dio pregando il "Padre nostro".
Pietro di Bernardone, vestito di giallo ocra - un colore usato nella pittura medievale per i personaggi negativi, è colto nel gesto di voler aggredire il figlio inerme, ma è trattenuto da un personaggio che gli blocca il polso. Si tratta probabilmente del Console della città, data la sua veste color porpora.
Francesco, che con la sua nudità attira il primo sguardo di chi guarda la scena, è coperto dal manto azzurrino (colore di santità) del vescovo, il quale è caratterizzato dal colore rosaceo della veste, spesso attribuito dai pittori antichi ai personaggi ricchi di sapienza.
La giovane età di Francesco è indicata dalla sua capigliatura, con i capelli che scendono fin sotto le orecchie.
Uno dei particolari meno evidenti ma più interessanti dell'affresco è quello dei due bambini nell'angolo in basso a sinistra: a ben guardare i due ragazzini stanno mimando tra loro il gesto di spogliarsi, appena compiuto da Francesco. Il loro gioco mimetico può essere interpretato come il tentativo di comprendere quello che il loro strano concittadino ha appena fatto, ma anche come uno scimmiottamento irrisorio verso quel pazzo (così da quel momento gli assisani considereranno Francesco per anni) che sta rinunciando ai suoi diritti su una delle più appetibili eredità della città.
A ben guardare in quei bambini l'artista ha raffigurato tutti coloro che guardano alle scelte e ai gesti di Francesco senza capirli veramente e limitandosi a tentare di imitarli goffamente.