Nella basilica inferiore di San Francesco ad Assisi è possibile trovare nell'antica sala capitolare, oggi meglio conosciuta come “Cappella delle reliquie”, il corno d'avorio donato a San Francesco dal sultano al-Malik al-Kamil. Il corno è lungo 25 cm con bacchette in avorio scolpito, hanno una lamina d’argento incisa e bulinata, bacchette lignee e cinque catenelle.

Secondo la tradizione storiografica francescana, Francesco giunto dal sultano fu da questi ascoltato con grande piacere, tanto che trattenne l’assisiate vari giorni presso di sé. E’ all’interno di questo incontro, l'inquietante pagina relativa all'ordalia del fuoco che, secondo la Legenda maior di San Bonaventura, il santo di Assisi si sarebbe voluto sottoporre a sostegno di quanto affermato, quasi a voler sfidare i “sacerdoti del Soldano”. Era un vero e proprio “iudicium Dei”, di quelli radicati in antiche consuetudini di origine germanica e celtica, in uso nel diritto consuetudinario medievale che furono definitivamente proibite a partire dal Concilio lateranense del 1215. Il Sabatier e diversi studiosi hanno contestato il fatto dell’ordalia proposta dalla Legenda maior e alla quale il Celano non fa cenno, negandone l'autenticità dell'episodio.

Successivamente, secondo San Bonaventura il sultano capì e, siccome ammirava Francesco, voleva che rimanesse da lui colmandolo di ricchi doni. Quando constatò che non volle accettarli provò un profondo stupore e volle regalargli, in segno di amicizia e di stima, il ben noto corno d’avorio. San Francesco lo avrebbe accettato e più tardi lo avrebbe usato nell’apostolato, per richiamare le popolazioni ad ascoltare la sua parola o invitarli alla preghiera.

Forse i più potranno stupirsi che, dal punto di vista storico, non è sicuro che il corno sia stato donato dal sultano a San Francesco. Infatti non vi è traccia nelle Fonti Francescane, tanto che il primo riferimento lo abbiamo a partire dal 1330 con alcuni riferimenti di reliquie che testimonierebbero la predicazione di San Francesco tra le popolazioni di religione mussulmana, e tra queste si fa cenno al corno d'avorio. Nella legenda posta sotto l’affresco della prova del fuoco dipinto da Jacopino de' Scipioni a Bergamo nel 1506, si legge che Francesco accettò dal sultano un corno e due bastoncini. Secondo l’autore, sarebbe stato il sultano in persona ad averlo regalato a Francesco, ciò fu confermato in seguito nel XVII secolo da parte dell’erudito francescano fr. Luca Wadding nella sua poderosa opera storica Annales Minorum, che avallò la linea agiografica del dono del corno da parte del sultano.

Per quanto riguarda la presenza del corno tra le reliquie della basilica di Assisi, la prima fonte documentaria che ne attesta la presenza risale al 1338. E’ il catalogo delle reliquie della basilica di San Francesco che lo segnalava tra gli oggetti presenti, un’altra menzione simile si trova in un secondo inventario datato 1385. Se è vero che questi inventari come pure l'iscrizione, associano gli oggetti a San Francesco tuttavia non contengono riferimento alcuno alla sua predicazione in Oriente, né tanto meno al fatto che sia stato un dono offertogli dal sultano. Potremmo presumere che il corno d'avorio potrebbe provenire dall'Oriente, del resto i bastoncini che accompagnano il corno assomigliano al simandro, uno strumento di legno a percussione diffuso nel bacino orientale del Mediterraneo. Tale strumento fu introdotto nella seconda metà del X secolo e faceva le veci delle campane, utilizzato con questa finalità in diversi monasteri bizantini ma anche in molte chiese per richiamare i fedeli alla preghiera.

In conclusione possiamo sintetizzare che, in base ai dati che sono in nostro possesso, tutto porterebbe ad attribuire una provenienza orientale del corno, ma non abbiamo fonti documentarie certe che attestino che sia stato donato a Francesco da parte del sultano. Potremmo presumere realisticamente che il corno sia stato portato dai francescani dalla Terra Santa in Assisi, con molta probabilità a partire dai primi decenni del XIV secolo. Ciò nonostante resta l’aspetto positivo della tradizione, che vorrebbe il corno d’avorio come dono ricevuto da Francesco da parte del sultano. Infatti, resta l’indiscusso significato simbolico dell’oggetto che testimonierebbe, al di là della sua reale provenienza, il rapporto di stima e di amicizia tra il santo di Assisi e al-Malik al-Kamil, capace di superare qualsivoglia barriera culturale o religiosa a favore della dimensione dell’incontro e del dialogo.

fr. Felice Autieri ofmconv